C’è una regione a Sud di Bruxelles che si chiama Pajotteland e ancor di più per la precisione il paese di Lambeek, che vanta una storia e una tecnica produttiva unica, quasi di altri tempi che prevede la produzione di birre a partire da un mosto lasciato a raffreddare in vasche orizzontali alte poche centimetri; attraverso apposite aperture, i lieviti selvatici e i batteri d’acido lattico (Brettanomyces Lambicus e Bruxellensis) trasportati dalle correnti d’aria attivano la cosiddetta fermentazione spontanea.
Dal nome di questo piccolo paese prende nome lo stile Lambic di cui Boon è certamente uno dei nomi di punta.
Frank Boon inizia la sua carriera come Blender, ovvero assemblatore di Lambic per conto di altre aziende e come spesso capita, fa il passo successivo acquistando un impianto per l’intera produzione e dal 1990 a tutti gli effetti Boon diventa un birrificio. Nel momento in cui questo stile sembrava ormai perso Boon lo rivitalizza con l’aiuto delle moderne tecnologie e ne diventa uno dei maggiori esponenti al mondo di questo revival.
Nel 1997 Frank Boon avvia inoltre un percorso di tutela e difesa del prodotto Lambic, ottenendo il riconoscimento di specialità tradizionale per tutti quei produttori locali che ancora maneggiano lieviti selvaggi, maturazioni in botti. Grazie al suo contributo i prodotti a nome Oude Geuze e Geuze possono essere utilizzati solamente se rispettano un disciplinare ben preciso.
Attualmente la produzione si aggira attorno ai 20 mila hl, ma quello che più stupisce è la cantina dove sono depositate un grande quantitativi di botti di legno, forse lo stock più grande al mondo!Le birre di Boon sono ovviamente premiate e vincenti in numerosi concorsi internazionali (è l’unico birrificio al mondo ad aver vinto per ben 6 volte la Word Cup Beer, oltre i concorsi di casa del Bruxelles Beer Challenge e tanti altri ancora.